La Sala delle Colonne di Banco BPM ha ospitato stamattina il convegno Sport di genere, che genere di sport? valido anche per la formazione professionale continua giornalistica. Aperta dal saluto di Marco Riva, presidente del CONI Lombardia, e moderata da Pier Augusto Stagi, presidente del GLGS-USSI Lombardia (che ha organizzato l’evento in collaborazione con l’Associazione Lombarda Giornalisti) la mattinata si è snodata per tre ore dense di testimonianze e analisi sul tema delicato e sentito del ruolo attivo delle donne nello sport.
Una grande storia instaurata dalle pioniere dello sport e del giornalismo sportivo al femminile, che passa dall’attuale parità assoluta di genere nella partecipazione alle Olimpiadi e agli scenari futuri che s’intrecciano con le questioni di genere nella società.
Paolo Bellino, amministratore delegato di RCS Sport, ha stigmatizzato la “corsa al professionismo” a tutti i costi, propugnando semmai il consolidamento della pratica dello sport femminile a tutti i livelli e della creazione di un interesse commerciale attorno allo sport femminile, che porti a quella sostenibilità fondamentale per consentire un naturale passaggio al professionismo.
Sempre da RCS, società organizzatrice del Giro d’Italia e delle altre gare ciclistiche più importanti d’Italia, proviene l’intervento di Giusy Virelli, che dopo quasi vent’anni in RCS è diventata direttrice del Giro d’Italia Women: il suo excursus sull’interesse sempre maggiore e sulle resistenze sempre minori incontrate nell’allestire gare al femminile ha fornito una perfetta immagine del “farsi strada” dello sport praticato dalle donne nell’immaginario collettivo e nell’attenzione di sponsor, istituzioni politiche e sportive.
A tal proposito Luca Guercilena, team principal della Lidl Trek, uno degli squadroni del ciclismo mondiale, ha ammesso candidamente il suo scetticismo quando la proprietà americana della squadra gli chiese di formare e gestire pure la formazione Women oltre a quella maschile già esistente. Dopodiché si è convinto, come il resto del movimento, del potenziale e dell’importanza dello sviluppo dello sport femminile. Guercilena ha così illustrato le tappe di tale evoluzione, dall’aumento degli stipendi e dei montepremi fino al trattamento perfettamente paritario a livello di strutture, attrezzature e staff a disposizione per gli atleti e le atlete.
Nella stessa Lidl Trek opera la psicologa Elisabetta Borgia, che con dovizia di slide ha portato i presenti nei meandri non delle differenze tra i due generi, ma delle peculiarità del lavoro con le sportive a livello mentale e biochimico.
Spazio poi all’altro sport popolare per eccellenza: il calcio. L’ex calciatrice e bandiera del Milan, ritiratasi quest’anno per diventare team manager rossonera, Laura Fusetti ha sottolineato il percorso in termini di policy aziendale sulla parità di genere portata avanti sia dal Milan che dal mondo del pallone in generale. Sebbene la strada da fare sia ancora lunga, dal punto di vista “culturale” e di conseguenza economico nonché della parità nord-sud. Parlando inoltre della crescita del pubblico, la Fusetti ha ravvisato un avvicinamento del tifo a quello maschile rispetto a quello meno numeroso e più “casereccio” di poco tempo fa. Pur con qualche effetto collaterale negativo legato al tifo.
Presente con lei Laura Bandinelli, responsabile comunicazione del settore giovanile e femminile del Milan, che ha descritto il proprio lavoro per eliminare le disparità di genere ed “educare” i giovani atleti e atlete all’uso di cellulari e social.
Non sono mancati infine gli interventi e le domande dalla platea, con colleghi giornalisti che hanno stimolato i relatori su tematiche legate sia al tema principe del convegno che ad aspetti relativi all’uso dei social, alla comunicazione, all’incidenza dei mental coach, all’educazione fisica a scuola, al problema degli impianti e persino del doping.
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