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USSI, “REALTA’ A SPEZZONI IN TV PER LA SERIE A”

USSI, “REALTA’ A SPEZZONI IN TV PER LA SERIE A”

Milano –  “Dopo la prima tranche di campionato l’aspetto inquietante è quanto viene mostrato e quanto accade realmente. La gestione in house delle immagini delle partite da parte di Lega Serie A ha riservato amare sorprese come tagli di scontri tra tifoserie o ancora la civile protesta per l’esonero di De Rossi a Roma sponda giallorossa”. E’ quanto rileva oggi in un comunicato l’Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI), parlando di episodi di “censura al diritto di cronaca”.

L’ ultimo caso in tal senso, sottolinea l’USSI, “ancora una volta ci riporta allo strano rapporto fra giornalismo e mondo del pallone. Un rapporto che i giornalisti e l’Ussi, per coloro che rappresenta, non possono accettare. Il nostro mestiere crede nel diritto di cronaca, esistiamo per quello e tanto altro. Raccontiamo, critichiamo, se serve difendiamo il mondo del calcio ma non possiamo essere addomesticati come burattini. E non è detto che il nascondersi del calcio di serie A dietro il paravento della privacy, e del gestire casa propria secondo modalità private, possa averla sempre vinta”.

“L’ultimo caso – prosegue l’USSI – ci dice che i padroni della Roma, la proprietà Friedkin, hanno goduto di quella sorta di immunità sui fatti sgradevoli (per loro o in assoluto) che avvengono in una partita. Fra questi anche gli striscioni di contestazione, nel caso specifico sull’esonero di De Rossi. Tutto è figlio della famelica presa di potere della Lega di serie A per quel che riguarda le telecronache degli incontri e le sue immagini. Ovvero: ‘si riprende e si lascia vedere quel che decidiamo noi’. Registi e tecnici devono attenersi a una serie di regole che partono dall’equidistanza del racconto e sfociano nell’evitare di riprendere ogni episodio che turbi l’essenziale delle partite. Insomma il telespettatore, i tifosi e i giornalisti vanno imboccati secondo il menù della Lega calcio e di taluni club, che producono in proprio il prodotto. E lo producono secondo concetti che vanno di moda nei club e nella Lega: raccontare solo la verità che fa comodo, mai il tutto ma solo una parte. Annacquare e far sfumare le verità scomode. E non è detto che ogni volta si debba prendere una legge (leggi: Melandri 2008) e sfruttarla secondo usi e costumi di comodo”.

“Siamo alle solite: nei club – conclude l’Unione Stampa Sportiva –  serve una gestione più sana. Anche nel rispetto del lavoro degli altri. Che, ogni tanto, si definisce: diritto di cronaca. E dovere di informare. L’AG COM presieduta da Giacomo Lasorella ha comunicato studio e verifica. Intanto ci sono foto, immagini e testimoni che possono garantire che quanto non mostrato è accaduto”.

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