Milano – Il suo nome è stato indissolubilmente legato per decenni alle istituzioni del giornalismo, alle attività sindacali e di formazione, al “Diritto dell’informazione e della comunicazione”, cui aveva dedicato un monumentale “Codice” diventato testo fondamentale della professione. Franco Abruzzo, morto oggi all’età di 85 anni nella sua casa di Sesto San Giovanni (Milano), sarà ricordato come il più longevo Presidente dell’ordine dei Giornalisti della Lombardia, come giurista e teorico del giornalismo, ma non gli mancavano le qualità del cronista “sul campo”, affinate a cavallo degli anni ’50 e ’60 nella sua Calabria (era nato a Cosenza il 3 agosto 1939) e poi a Milano, sua città d’adozione.
Laureatosi in Scienze politiche e storiche all’Università statale di Milano, Francesco “Franco” Abruzzo divenne giornalista professionista nel 1963 come corrispondente da Monza della ‘mitica’ redazione de “Il Giorno”, per praticantato riconosciutogli in virtù di una causa di lavoro che fece giurispruenza.
Da allora si fece sempre più intensa la sua attività sindacale. Nel 1978 fondò con Walter Tobagi e Massimo Fini la componente sindacale “Stampa democratica”, fece parte del Cdr del “Giorno”, degli organismi dell’ Associazione Lombarda dei Giornalisti e del Consiglio Nazionale della Fnsi. Dopo essere stato a lungo consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ne divenne Presidente nel 1989: un presidente storico, perché confermato nella carica per oltre 18 anni attraverso sette elezioni, fino al 2007.
Negli anni successivi Abruzzo è stato nuovamente Consigliere dell’Ordine lombardo, affiancando sempre all’attività istituzionale quella, intrapresa già negli anni ’80, di formatore di giovani giornalisti e di autore di testi per la formazione. Direttore per più di vent’anni (fino al 2007) di “Tabloid ”, mensile dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, è stato anche presidente dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo, e docente di Storia del Giornalismo e di Diritto dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e lo Iulm di Milano. Lascia la moglie e due figlie.
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