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“CALABRIA STRAORDINARIA” A MILANO: TURISMO E SPORT SENZA BARRIERE

“CALABRIA STRAORDINARIA” A MILANO: TURISMO E SPORT SENZA BARRIERE

Milano – Nell’ambito della manifestazione “Calabria Staordinaria” allestita davanti alla Stazione Centrale di Milano si è svolto oggi il seminario dell’Unione Stampa Sportiva Italiana “Turismo accessibile e sport senza barriere, tra paralimpismo, benessere e spazi di gioco all’aperto”. Presentato e condotto dal presidente USSI Gianfranco Coppola, l’incontro ha permesso di sviluppare un tema particolarmente attuale, con particolare attenzione agli sport invernali, una tra le discipline più interconnesse col turismo.

Dopo la prolusione di Gina Aquino, dirigente del Dipartimento Turismo Calabria, che ha ricordato come la punta dello Stivale non sia solo mare «ma anche e soprattutto entroterra» e ha descritto i primi passi della sua regione per abbattere le barriere architettoniche e agevolare il turismo per le persone con esigenze differenti, hanno preso la parola i diversi. A partire da Paolo Tavian, presidente della Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici: «Con il prezioso supporto di Luca Pancalli e il Comitato Italiano Paralimpico, stiamo organizzando diversi campus in tutto il Centro-Nord Italia – ha spiegato Tavian -. In questi giorni ho visto oltre cento bambini cimentarsi in sci alpino, di fondo, snowboard e persino arrampicata, e stiamo lavorando con un consorzio di regioni del Sud per permettere anche ai piccoli aspiranti atleti paralimpici meridionali di fare pratica”.  Il problema delle barriere architettoniche da rimuovere per consentire la pratica degli sport invernali ai giovanissimi con disabilità è stato affrontato anche dal vicepresidente della Federazione, Manuel Michieletto, ex rugbista, sciatore paralimpico e responsabile anche della squadra B della FISIP.

Si è parlato anche del racconto mediatico dello sport paralimpico. L’ex sciatore paralimpico di livello internazionale Luca Maraffio ha osservato, con un mix di stupore e soddisfazione: «Quando ho cominciato nel 2002 non c’era grande attenzione mediatica, bello vedere ora che se ne parla sempre di più anche nella tv nazionale. La gente comincia a capire che forse non abbiamo tutte queste difficoltà a rapportarci col mondo». Mentre il top 20 mondiale nel tiro con l’arco paralimpico Francesco Tomaselli fa notare un aspetto tipico del suo mondo: «L’arco è aperto a qualsiasi tipo di disabilità: in allenamento gareggio coi normodotati, solo nelle grandi competizioni internazionali competo in gare puramente paralimpiche. C’è una forte condivisione tra olimpico e paralimpico nella FITArco, e i compagni di squadra sono i primi tifosi.»

Spazio poi alla stampa.. Claudio Arrigoni, firma autorevole del paralimpismo e membro del GLG, ha osservato: “Potendo scegliere se seguire Olimpiadi e Paralimpiadi, ho scelto queste ultime: ci sono dentro valori estremamente appassionanti e vicende che amo raccontare anche al di là del fatto agonistico” . Le Paralimpiadi “mostrano che non esistono vere limitazioni e consentono di raccontare storie incredibili, anche perché lì lo sport non può prescindere dalla condizione della persona”.

Altrettanto toccante la testimonianza di Pierangelo Molinaro, storica firma della Gazzetta dello Sport: «Ho seguito 5 Paralimpiadi, a partire da Atene 2004: sono state davvero una scoperta! Qualche collega mi dava del pazzo, ma è stata una delle scoperte professionali più belle della mia carriera: ho conosciuto nuovi valori dello sport”.  E uno degli aspetti più significativi, sia per Arrigoni che per Molinaro, è stato vedere come nel tempo, con la pazienza e  la perseveranza dei giornalisti “specializzati”, la cronaca degli sport paralimpici abbia smesso di essere una sorta di tabù per le pagine dei giornali.

 

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