Milano, 7 aprile 2016 – Ci ha lasciato Carlo Monti, il nostro campione. Il campione di noi giornalisti lombardi. Che altro dire di un ragazzo che, a 28 anni, conquistò il bronzo nella staffetta 4×100 delle Olimpiadi di Londra?
Carlo era nato il 24 marzo 1920 e ora se n’è andato a 96 anni appena compiuti. Una bella età, figlia di una vita passata tra gli studi di chimica e un lavoro da dirigente e le passioni del cuore: atletica e giornalismo.
L’atletica è stata passione unita a talento e grandi qualità nella velocità: 11 titoli nazionali (quattro nei 100 m e quattro nei 200, 3 nella 4×100), vincitore dei 100 metri ai Littoriali del 1940, 14 presenze in nazionale, bronzo europeo a Oslo nella gara individuale del 100 metri con un tempo di 10”8. Due anni dopo, il bronzo olimpico. Carlo, con quel suo fisico basso e compatto, è ottimo “curvista” della 4×100, sotto la guida del CT Giorgio Oberwerger. Con lui Tito, Perrucconi e Siddi. I primati personali, 10″5 nei 100 m. e 21″3 nei 200, sono stati entrambi a un decimo dai primati nazionali dell’epoca.
Monti è stato atleta prima dell’Unione Sportiva Milanese, poi della Pro Patria. Da dirigente sportivo ha invece contribuito, con l’amico Franco Sar, a rendere gloriosi gli anni della Snia Milano. L’annuario sociale è stato un gioiello che ha curato con attenzione e dedizione e, nel 1987, per il 25/mo della società, ha partorito “Gialloblù”, in onore ai colori sociali.
Amava lo sprint, ma aveva un feeling particolare con la marcia, tanto da scriverne in “Cento per cento”, l’apprezzato libro sui 100 anni della “100 km di marcia”.
Ora Carletto, come amavano chiamarlo gli amici del tempo, se n’è andato con il suo carico di belle storie, di passione, di gloria e l’ineguagliabile capacità di restare lucido e giovanile fin agli ultimi anni.
L’Ussi, invece, lo ricorda come storico tesoriere e punto di forza dell’associazione durante la presidenza Grassia. Il lavoro giornalistico lo ha portato a collaborare con il “Corriere dello Sport”, “La Notte” e “Il Giornale”: non ha mai fatto mancare puntigliose cronache ed osservazioni attente sull’atletica, talvolta con la tempra di un amante brontolone.
Il Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi, GLGS-USSI Lombardia, porge al figlio Fabio, firma sportiva del Corriere della Sera, e ai parenti le sue sentite condoglianze.