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USSI: UN NUOVO PROTOCOLLO PER IL LAVORO NEGLI STADI

USSI: UN NUOVO PROTOCOLLO PER IL LAVORO NEGLI STADI

Milano – “La fine dell’emergenza penalizza ancora gli operatori dell’informazione sportiva, anche se proprio nelle ultime ore si capta qualche segnale positivo, ma serve uniformità”.  E’ quanto fa osservare in un comunicato l’USSI, Unione tampa Sportiva Italiana. “Con la capienza negli stadi tornata, finalmente, al 100 per cento per gli spettatori, la regola ancora non vale per giornalisti e operatori per immagini. Solo per loro, il calcio continua a vivere con i numeri, ridotti, da pandemia, anche ora che lo stato di emergenza, con le sue regole restrittive, è finito in tutto il paese”. 

La situazione, prosegua l’USSI, vede “tribune stampa in molti casi con postazioni ridotte, distanziamento che, qualche fila sotto, non esiste più, accrediti limitati per i fotografi, ai quali non è permesso di avvicinarsi alle panchine o di muovere un passo dai lati corti del campo, accesso alle sale stampa riservato a un solo giornalista per testata, mixed zone in molti stadi ancora chiuse nonostante nessun CTS – organismo ormai in soffitta – possa suggerire comportamento e regole”. 

L’Ussi, che in questi due anni è stata in prima linea per permettere a centinaia di colleghe e colleghi di svolgere il proprio lavoro in condizioni dignitose,  “sollecita alla Figc un nuovo protocollo, che finalmente ripristini una normalità dimenticata o limitata da disposizioni imposte dalla protezione dell’incolumità e della salute, a cui gli operatori della comunicazione si sono adattati e che, però, ora vanno urgentemente, riformulate per permettere il racconto dello sport, che è diritto ad informare ed essere informati, garanzia della democrazia del paese”.

Secondo l’Unione Stampa Sportiva, “il nuovo protocollo eviterà che a cascata le Leghe si dichiarino impossibilitate a ripristinare la situazione pre-pandemica già comunque difficile tra diritti, riservatezza immagini, esclusive talmente totalizzanti che l’ultimo esempio è la conferenza del neo presidente della Lega di A in cui non sono stati ammessi fotografi. La stampa sportiva ha duramente pagato la fase difficile operando per rivendicare i diritti con la FNSI e con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti affinché ogni ufficio stampa conti al proprio interno un iscritto all’albo per la migliore tutela del rispetto del codice deontologico professionale.

L’Ussi ribadisce “l’urgenza di un nuovo protocollo Figc, e della sua piena attuazione da parte delle leghe e dei club di ogni categoria e serie ora che le limitazioni sono di fatto terminate. Non significa “Liberi Tutti” ma certamente non un blocco su posizioni ormai superate dalla quotidianità”. 

 

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